Dolore in travaglio e parto: 10 metodi naturali per gestirlo

Chi non conosce o ha conosciuto la paura del dolore da parto?
Ma di che cosa abbiamo davvero paura?
Partorire significa molte cose…significa lasciar andare nel mondo il nostro bambino, significa iniziare una nuova vita, significa attraversare un processo fisiologico con fiducia, significa affidarsi alle nostre sole forze, significa avere fiducia in noi e in Madre natura, significa rischiare di incontrare le nostre ombre, le credenze limitanti nostre e delle donne della nostra famiglia, che in un certo senso entrano con noi in travaglio.
Comunemente però la prima cosa di cui dichiariamo tutte di avere paura è il DOLORE fisico tanto che molte di noi scelgono il luogo presso cui partorire sulla base dell’offerta relativa alla parto-analgesia.
Abbiamo quindi deciso di approfondire questa tematica, quella del DOLORE FISICO durante travaglio e parto con una professionista aderente alla rete We Love Moms autrice del libro dedicato proprio a questo: l’ostetrica Emanuela Rocca “Travaglio e Parto senza paura”.
Abbiamo incontrato Emanuela per chiederle di aiutarci a fornire a tutte le gestanti prossime al parto indicazioni pratiche su che “cosa sia il dolore” e sopratutto “come gestirlo”.
Le abbiamo chiesto innanzitutto: “che cosa rappresenta il momento del parto per una donna”?
“Come spiego nel mio libro, il parto è un momento di passaggio, di cambiamento, una svolta nella vita di ogni donna: da figlia a madre a propria volta. E’ l’inizio di un nuovo capitolo ricco di responsabilità, più difficile e delicato poiché non si deve più badare solo a se stesse ma anche ad una nuova piccola vita che dipende in tutto e per tutto da chi si prende cura di lei …”
Veniamo all’aspetto “fisico”: che cos’è il DOLORE e a cosa serve?
“Il dolore è prima di tutto una cosa utile: il dolore stimola la secrezione a picco di adrenalina e di conseguenza consente la secrezione a picco di ossitocina prostaglandine ed endocrine. In assenza di adrenalina non si produrrebbero gli altri ormoni a sufficienza e le contrazioni risulterebbero così irregolari e inefficaci.
Inoltre l’ossitocina contribuisce al distacco della pòacenta e a formare il “globo di sicurezza” o “golbo uterino che protegge la mamma da emorragie troppo accentuate dopo il parto.
Va ricordato anche che il dolore segnala alla donna che il processi del parto sta cominciando quindi la induce a cercare un posto sicuro dove partorire e l’assistenza di qualcuno. Durante il travaglio il dolore cambia frequenza, intensità e durata segnalando alla donna la fase del percorso in cui si trova quindi l’avvicinarsi dell’incotro con il bambino. Spinge la donna a muoversi e cambiare posizioni cercando quelle più antalgiche cioè sicure per sé e per il bambino.
Infine, importantissimo, il dolore stimola la produzione delle endocrine che si concentrano nel liquido amniotico proteggendo dal dolore in bambino e stimola la produzione di adrenalina anche nel nascituro che ne trattà benefici alla nascita.”
Quindi, compresa l’utilità del dolore per mamma e bambino puoi dare qualche indicazione pratica alle future mamme su come gestirlo al meglio?
“Si certo. Posso elencarvene una decina:
1. “Danzare” ovvero sperimentare l’uso di posizioni particolari: eretta, eretta in movimento, seduta, carponi, accovacciata, supina in decubito laterale e tutte le posizioni possibili che ciascuna di noi sente confortevole.
2. Il tocco e il massaggio: non abbiate timore di chiedere di essere accarezzate massaggiate…potete chiederlo al partner o avere accanto qualcuno di fiducia che sà come amate essere toccate o che sappia capire sul momento il vostro desiderio.
3. L’aromaterapia: certamente ci sono aromi evocativi per voi, sceglieteli prima che inizi il travaglio e teneteli a portata di mano.
4. Shatsu, agopuntura, la moxa, la riflessologia: quattro pratiche preziose, di cui potete beneficiare prima che inizi il travaglio ma, se vi siete ben organizzate, portare con voi anche durante il travaglio.
5. La TENS, ovvero la stimolazione nervosa elettrica transcutanea
6. Un corretto uso di respirazione e tecniche di rilassamento, attraverso visualizzazioni, ipnosi, autoipnosi
7. La musica, il canto e l’uso della voce…vocalizzando correttamente (ad es. con il canto carnatico) è possibile agevolare l’apertura a livello del perineo
8. L’uso dell’acqua: che si tratti di un vero parto in acqua o spemplicemebre l’uso della doccia o di impacci caldi o freddi a seconda del sentire personale
9. L’uso di rimedi omeopatici e dei fiori di Bach
10. Una corretta idratazione e nutrizione durante tutto il travaglio assecondando il gusto e le necessità che il corpo esprime
Ci puoi dire qualcosa anche in relazione alla presenza del partner accanto alla donna in travaglio con riguardo alla gestione del dolore?
“Mi piace dire che il dolore che unisce e consolida la coppia. Vi sono esperienze dolorose che, se condivise e superate insieme, uniscono ancor di più chi le attraversa e la nascita potrebbe essere una di queste.
La donna infatti manifesta il proprio dolore e il partner può condividere la fatica fisica e psicologica aiutandola attivamente nell’alleviarlo e nel gestirlo con massaggi carezze incoraggiamento e sostegno:questa interazione nella coppia è una sorta di dialogo che permette ad entrambi di vivere attivamente l’evento, maturare insieme grazie alla condivisione e crescere insieme affrontandolo e superandolo positivamente”
Grazie Emanuela per aver sintetizzato queste indicazioni pratiche utili per ciascuna di noi per gestire al meglio il dolore, che, lo ricordiamo, aiuta mamma e bambino nel fare il loro viaggio verso il nuovo nel migliore dei modi.
intervista a cura della redazione di We Love Moms