Il Rebozo post parto: 1 pratica per riprendere energia

Hai mai sentito parlare del Rebozo? e del Rebozo per il post parto?
Oggi ti racconto che cos’è e perché può esserti utile.
E’ nato, è nata!
Tutto è andato bene o … forse non proprio come volevi… ma è nato, sta bene ed è finalmente tra le tue braccia.
Null’altro conta per ognuna di noi che abbiamo attraversato il viaggio della gravidanza e siamo arrivate a dare finalmente alla luce il nostro bambino.
Con la nascita il nostro viaggio nella gravidanza…finisce.
Ma il parto potrebbe non essere andato come previsto o avere suscitato in noi molti interrogativi, emozioni contrastanti e talvolta anche un vero e proprio trauma post parto.
Il periodo del post-partum è un momento delicato per la neo-mamma e diventa determinante come lo vive, come viene curata e accolta nei suoi bisogni perché questo influenzerà la qualità del suo legame con il bambino e la “luminosità” della sua memoria di quella che è stata la sua gravidanza e la sua esperienza di parto.
Curioso invece che nella società odierna vengano riservate cure e attenzioni alle gestanti e poi una volta nato il bambino le si lasci “sole” o si sottovaluti ciò di cui potrebbe avere realmente bisogno.
Come non comprendere le difficoltà di chi ha concluso un ciclo e non si riconosce più? la gravidanza è finita e nessuna è più quella che era prima della gravidanza né quella che è stata durante la gravidanza.
Conclusa la gestazione con la nascita si chiude a tutti gli effetti un ciclo, il grande rito di passaggio della nascita è concluso e celebrare la chiusura di quel ciclo ha un grande valore. Non si tratta solo di un chiudere un ciclo, ma di “chiuderci” dopo una apertura fisica emotiva e anemica profondissima “rimettendo insieme i pezzi”, i pezzi di noi stesse.
Celebrare quindi la chiusura dopo il parto consente di richiamare l’energia a sé per tornare a sentirsi integre e incamminarsi nella maternità con onore e nuovo vigore.
Esistono molte pratiche che a cui una mamma può fare ricorso.
Oggi vi parlo del REBOZO post parto: una pratica antichissima che consiste nell’avvolgere e chiudere , dalla testa ai piedi, ogni zona del corpo che si è aperta, durante il parto, con l’ausilio del Rebozo, un rettangolo di tessuto tipico dell’abbigliamento femminile messicano, realizzato in cotone, lana, seta o articola.
Quello del Rebozo è in realtà, un rito che si può offrire a chiunque senta la necessità di chiudere un ciclo della vita, sia per un evento piacevole, come la nascita ma anche per un cambiamento di vita: lavoro, trasloco o, qualcosa che ha provocato una rottura, un dispiacere, una malattia, una separazione o perdita.
Il sentirsi racchiusi nel tessuto dà una sensazione di contenimento, calore, rifugio e sicurezza che associato al movimento ritmico e al cullamento, porta a un profondo rilassamento.
Normalmente (doule o ostetriche formate per questa pratica) propongono il rebozo alla neo-mamma dopo i primi 40 giorni dal parto (puerperio) e prima che abbia nuovamente rapporti sessuali.
Candele profumate, musica, amiche care e quanto possa desiderare la neomamma fanno da sfondo al massaggio con il Rebozo che porterà delicatamente una ‘chiusura’ delle aree chiave del corpo per contribuire, tra le altre cose, a facilitare il restringimento dell’utero e guidare naturalmente le ossa di nuovo alla loro posizione originale.
Una volta “chiusa”, fisicamente ed emotivamente, la neo-mamma ritrova la propria integrità e può godere appieno della sua esperienza di maternità incamminandosi verso la nuova avventura con rinnovata energia .
scritto da: Francesca d’Alessandro
Bomboniere Cresima
Dev’essere confortante in qualsiasi situazione, oltre che per il post parto! 😉
francescad
hai perfettamente ragione!
ci sono molti momenti nella vita che richiedono una “chiusura” per poter andare con rinnovata energia verso il nuovo – ognuno di questi momenti di passaggio andrebbe celebrato! anche con un rebozo 🙂
Natalia
Buona sera. Mi chiamo Natalia, sono insegnante di yoga, stavo cercando il corso per imparare a fare la chiusura del parto (riprendere energia)