I nostri bambini…i nostri specchi

Mi è capitato di leggere un articolo del Dott. Alberto Ferrando nel quale parlava dei genitori ancora molto figli e di ciò che questo può comportare nella gestione della relazione con i neo-nati figli e nell’ambito della neo-nata famiglia.

Mi ha riporato alla memoria un articolo che scrissi sul mio blog personale mesi fa circa la capacità che i nostri bambini hanno di metterci a nudo e di rendere manifeste dinamiche e comportamenti che sino a quel momento avevamo saputo gestire, camuffare, manipolare.

Ma i bambini si sa, portano verità. Questo credo che sia uno dei più grandi doni che portano a noi adulti, ammesso che ci trovino preparati – in caso contrario….rischiano di scatenare per noi…l’inferno 😉

Nel mio articolo spiegavo come i bambini siano capaci di risvegliare il bambino interiore di ognuno di noi e non manchino occasione per attivarlo!

Il concetto di bambino interiore è ai più noto. In noi vive e si manifesta ogni giorno e le sue manifestazioni dipendono dal suo “stato di salute” strettamente connesso a ciò che ha percepito intorno a se sin dalla nascita (accoglienza? difficoltà? compromesso? rifiuto? mancanza di ascolto? etc…)

Quando ci troviamo con il nostro bambino tra le braccia, mamme e papà indistintamente, possiamo provare sensazioni molto diverse, a volte antitetiche nel giro di pochi minuti: gioia, trasporto, partecipazione e poi difficoltà, ansia, rifiuto, chiusura…

Cosa accade? E’ possibile che passiamo in pochi istanti dall’essere bravi genitori all’essere pessimi genitori?

Vi è mai capitato ad esempio di osservare il vostro compagno/marito giocare con grande partecipazione e trasporto con il vostro bambino tanto da sembrare lui stesso un bambino piccolo? – in quel momento non sta giocando l’adulto ma proprio il suo bambino interiore – lo si vede dallo sguardo, dal modo di ridere, da quei gesti che in altri momenti della giornata sembrano non gli appartengano più ma che in quella dinamica si manifestano vigorosi.

E, vi è mai capitato di vedere lo stesso papà “discutere” o “riprendere” il figlio piccolo… e trovare una distonia tra ciò che vedete e ciò che sentite: un adulto che sbraita a un neonato??

Ma se usiamo un po’ di immaginazione e proviamo a rimpicciolire quel papà sino a rivederlo bambino più o meno coetaneo del figlio – tutto torna – immagini e parole collimano – ed assistiamo ad una discussione ad esempio tra “duenni”!

Nel primo caso che ho descritto il bambino interiore del papà manifesta la sua parte “sana” – nel secondo caso il bambino interiore manifesta le sue “ferite”.

In entrambe i casi il figlio ha attivato il bambino interiore del papà – in entrambe i casi gli ha offerto una grande occasione: quella di manifestarsi.

L’equivoco nasce quando il papà (in questo esempio, ma ripeto riguarda allo stesso modo tutte noi mamme) si  relaziona con il figlio  da “bambino ferito” a “bambino prossimo al ferimento” senza esserne consapevole.

Questo spesso è il punto di partenza per rapporti padre/figlio (o madre/figlio naturalmente) fatti di incomprensione e sofferenza per entrambi.

Che cosa risveglia in noi mamme e papà, nostro figlio?

Se osserviamo i nostri bambini ci accorgiamo che sono specchi formidabili e veritieri del nostro essere più profondo. Racconto sempre durante i miei incontri di quando mia figlia all’età di 10 mesi , già “camminante”, mi si presentò davanti trascinando una seggiolina, uno scatolone e con due borse al collo. Avevo già osservato questa sua tendenza a “caricarsi di pesi” …ma il messaggio ancora non mi era chiaro. Quella volta la guardai stupita e le dissi “ma amore! ma perché fai tutta questa fatica inutile!?”

E come un lampo nel cielo lo scenario mi fu chiaro: “perché io facevo tutta quella fatica inutile?” Ero nel mood madre perfetta (o aspirante tale), la mia bambina interiore cresciuta cercando di essere sempre  aderente agli standard più alti in qualsiasi situazione per sentirsi riconosciuta e meritevole di amore mi guidava verso il tentativo di fare sempre di più per essere “brava” anche come mamma. Mia figlia mi ha dato la possibilità di accorgermi di questo e di verificare che per quanti sforzi potessi fare, stanno appunto nello sforzo di essere ciò che non ero avrei continuato a fare fatica inutile e lei non ne avrebbe tratto alcun profitto.

E’ possibile quindi che quando ci relazioniamo con i nostri figli rischi di prendere il sopravvento il nostro bambino interiore portatore di una ferita ben più antica? Pensate a quando vi escono quelle frasi tipo “non mi ascolta!” oppure “ vuol sempre fare come vuole lui!”. Cosa provate mentre non vi sentite ascoltati? o mentre qualcuno afferma con decisione la propria volontà? voi siete stati ascoltati? voi avete potuto affermare la vostra volontà?

Talvolta basta poco per accorgerci del collegamento, altre volte ci serve un aiuto esterno per prendere coscienza di ciò che accade – ma se siete curiosi, se qualcosa di ciò che avete letto vi ha incuriositi , SPERIMENTATE! e se riuscite a riconoscere nei momenti difficili che è il vostro bambino interiore ferito a muovere le vostre azioni nella relazione, accadrà la magia:  lui e vostro figlio vi ringrazieranno.

scritto da : Francesca d’Alessandro

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