La medicazione del cordone ombelicale

Che cos’è il cordone ombelicale?

Il cordone ombelicale collega la mamma col piccolo e più precisamente la placenta con il feto. Detto anche funicolo è di fondamentale importanza perché permette al bambino di respirare e, nel senso più generico, di nutrirsi e quindi di crescere.

E’ un “tubicino” del diametro di 1- 2  centimetri , costituito da due arterie ombelicali, da una vena ombelicale e da una sostanza gelatinosa, detta gelatina di Wharton.

La sua funzione è quella di portare al feto l’ossigeno per mezzo del sangue e di riciclare quello impoverito dalla sua cessione.

In pratica il sangue arterioso ricco di ossigeno defluisce dalla placenta e percorrendo il funicolo raggiunge il feto apportandogli le sostanze utili al suo accrescimento. Durante i nove mesi di gravidanza è, infatti, il principale mezzo di sostentamento del bimbo.

Dal feto, invece, nel cordone si raccoglie il sangue venoso non ossigenato che con movimento in senso centripeto raggiunge la placenta per essere riossigenato e ritornare al feto.

Cosa avviene al momento della nascita?

Appena nato, la prima azione che viene eseguita sul bimbo è proprio il taglio del cordone  che non provoca alcun dolore né alla mamma, né al bimbo.

Il cordone viene legato a circa 2,5 cm dall’addome del neonato dopodiché si procede al suo taglio. La pinza emostatica utilizzata nella legatura viene generalmente lasciata per 48 h. Il moncone restante, si essica fino a mummificarsi, per poi cadere in pochi giorni.

Una volta a casa

Ciò che resta del cordone ombelicale, viene chiamato moncone. Il bimbo con il moncone così medicato viene dimesso e questa medicazione dev’essere ripetuta in moda da tenerlo pulito e favorendone l’essicamento.

In questo modo i vasi sanguigni di cui è principalmente formato, si chiudono e il cordone si “secca” nell’arco di pochi giorni fino a 1-2 settimane e assumendo un colore scuro, prima grigiastro e poi marroncino scuro.

Come si medica

Ogni giorno il moncone va pulito e controllato. La “cura” dell’ombelico varia molto a seconda della situazione locale dell’ombelico e anche del centro nascita.

Si raccomanda, come per tutte e azioni che facciamo al lattante, di lavarsi bene le mani

Occorrono, in media,  dai cinque ai dieci giorni affinché il moncone si stacchi spontaneamente, e rimane la ferita ombelico che richiede sempre la stessa cura.

In caso di infiammazione o infezione il pediatra consiglierà pulizia con disinfettanti, acqua ossigenata o antibiotici in polvere o crema. Dopo la caduta la ferita cicatrizza in sette – otto giorni.

COME MEDICARE:

1) Lavare acuuratamente le mani (raccomandazione dell’OMS)

2) Detergere la base del cordone ombelicale durante il bagnetto che si fa per l’igiene quotidiana o con soluzione fisiologica se non si fa il bagnetto

3) Asciugare tamponando con garze sterili asciutte.

4) Passare una  garza sterile e sol. pronta Amuchina (in quantità senza esagerare)

5) Asciugare con garza sterile

6) Posizionare il pannolino al di sotto del cordone

RACCOMANDAZIONI:

Eseguire la “medicazione” almeno due volte al dì o più in caso di necessità (contaminazione da urina o feci)
Eseguire SEMPRE un accurato lavaggio delle mani prima e dopo la medicazione.
Mantenre il moncone smpre pulito e asciutto per prevenire infezioni ombelicali.
Quali i rischi?

Se non si seguono una accurata pulizia ed igiene che vanno insegnate alla neomamma al momento delle dimissioni dall’ospedale, possono insorgere:

Onfalite / Infezioni da stafilococco e/o enterococchi
Tardiva caduta del moncone
Granuloma
In alcuni casi di tardiva caduta del cordone ombelicale, può residuare un granuloma espressione di un esagerato processo di granulazione della cicatrice ombelicale cui si possono sovrapporre infezioni secondarie. Si presenta come un’escrescenza rossa a forma di mora che emerge dal fondo della cicatrice ombelicale o a cui è collegata tramite un peduncolo.

È necessario un trattamento con matita al nitrato d’argento del pediatra curante.

La normale evoluzione fisiologica della cicatrice ombelicale, una volta che si è staccato per mummificazione il cordone ombelicale, consiste in una graduale cicatrizzazione con retrazione all’interno della zona cutanea circostante, favorita dalla trazione esercitata dalle arterie e dalla vena ombelicale nel loro processo di sclerotizzazione. In qualche caso rimane più evidente la zona cutanea che avvolgeva il cordone ombelicale; si parla in questo caso di “ombelico cutaneo”. Sembra un’ernia, ma non esiste una porta erniaria contrariamente all’ Ernia ombelicale.

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L’ernia ombelicale si forma per eccessiva ampiezza o incompleta chiusura dell’anello ombelicale con frequente associazione della non fusione dei muscoli retti addominali (diastasi). Si riscontra con maggior frequenza nei nati pretermine. Nella maggior parte dei casi la risoluzione è spontanea anche quando l’ernia è cospicua (come nella fotografia). Non è necessario prendere alcun provvedimento né mettere cinti o cerotti vari.

scritto da:  Alberto Ferrando

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