Cosa cambia in una famiglia quando nasce un bambino? Ecco come affrontare le incomprensioni

Quando nasce un bambino una mamma e un papà si trovano ad affrontare non solo una nuova vita e nuove priorità, ma spesso devono far fronte anche ai cambiamenti che riguardano i rapporti con i propri familiari: come reagiranno i futuri nonni alla nascita del nipotino? E gli zii saranno presenti per il nuovo arrivato? A volte le sorprese sono positive, ma in certi casi nascono incomprensioni. Come fare per vivere serenamente una situazione inaspettata come questa?
Ce ne parla Federica Micucci, counselor e antropologa genovese: leggete il suo articolo qui sotto.

 

Non c’è come quando si inizia a pensare di allargare la famiglia, o come quando la famiglia si è allargata che entrano in campo in modo più vigoroso e non sempre gestibile questioni legate ai legami di parentela.

Le etichette aumentano e così i figli diventano anche genitori, i fratelli divengono anche zii, i genitori anche nonni e poi nuore e generi-genitrici, suoceri-nonni… E questo non è ancora nulla: il piccolo neonato risiederà con i suoi genitori a casa di parenti? I nonni abiteranno vicini? Ma più vicini saranno quelli materni o paterni? Questi elementi possono già creare enormi differenze nell’esperienza del piccolo e dei genitori, nonché dei nonni. Insomma, il panorama diventa molto complesso.

Purtroppo la complessità, che di per se è un termine profondamente positivo e carico di buone possibilità, talvolta finisce per far rima con scontro, incomprensione e passività. Capita che si creino situazioni di cronico contrasto. I motivi? Spesso sembrano chiari, lampanti, ma più frequentemente sono impregnati di implicite conflittualità che si vivono, aggressivamente o passivamente, senza pensarci troppo su: ognuno reagisce a modo suo, ma pochi conoscono profondamente il motivo della propria reazione.

Come genitori, o futuri genitori, potrebbe essere interessante dare avvio a un processo di cambiamento della situazione attivandosi per riconsegnare, quantomeno a se stessi, la possibilità di negoziare la propria presenza all’interno della propria grande (o piccola) famiglia. Come? La metodologia etnografica comprende uno strumento da utilizzare a questo scopo: mappare graficamente il sistema di parentela attivo in un determinato gruppo.

Nel mio caso amo anche far giocare un po’ con questo sistema, simulando variazioni e capovolgimenti ed anche utilizzando colori e matite per disegnare il paesaggio umano che si configura così come descritto dal ricercatore che mi consulta.

Non si tratta di descrivere solo un albero genealogico, ma di creare un vero supporto di studio che ammetta al suo interno elementi utili a chiarire dinamiche relazionali di base come la gestione del potere, i processi decisionali, il ruolo del maschile e del femminile all’interno del proprio gruppo. Insomma, si sfrutta il tanto declamato magico potere del riordino che permette di:

  • fare ordine, appunto, nei propri pensieri e talvolta anche nel proprio sentire
  • delineare in pochi passaggi le modalità relazionali talvolta implicite e non parlate
  • individuare elementi e persone che si pongono in situazioni di criticità al fine di elaborare strategie di gestione della situazione
  • fare i conti con il difficile ruolo di negoziatore, che sarà fondamentale con i propri figli
  • sostenere il dialogo intergenerazionale
  • aumentare il livello di coesione e di solidarietà con il proprio partner e i compagni di  questa grande avventura che è la vita familiare

Lavorando graficamente sulla propria famiglia si possono avere grandi sorprese sulle modalità di funzionamento del proprio gruppo parenterale e di quello del proprio compagno. La visualizzazione ha un potere molto forte, che spesso si rivela determinante nel momento in cui si vuole anche cambiare una situazione in cui ci si sente a disagio. Si attiva, inoltre, un processo di armonizzazione del territorio familiare per creare uno spazio consapevole di vizi e virtù da spiegare o far comprendere ai propri figli ponendosi come elementi partecipi e attivi nel processo di costruzione del legame di parentela e di sostegno e di solidarietà di questo complesso sistema.

 

Federica Micucci

 

Alcuni riferimenti bibliografici:

  • Alfred L. Kroeber, Sistemi classificatori di parentela (1919)
  • Alfred Radcliffe-Brown, L’organizzazione sociale delle tribù australiane (1931)
  • Alfred Radcliffe-Brown, Studio dei sistemi di parentela (1941)
  • Claude Lévi-Strauss, Le strutture elementari della parentela (1949)

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