Donazione sangue neonatale: perché rifletterci
Come anticipato, abbiamo deciso di chiedere ai professionisti della rete di trattare il tema della donazione del sangue neonatale o cordonale, avendo come focus prioritario “fare informazione” fornire il maggior numero di punti di vista supportati da basi scientifiche con l’intento di suscitare nei futuri genitori delle riflessioni che possano servire loro per arrivare a fare una scelta consapevole.
perché è più corretto chiamarlo sangue neonatale?
Quali sono gli aspetti più importanti da prendere in considerazione e di cui i futuri genitori dovrebbero essere informati parlando di donazione del sangue neonatale?
Può parlarci in breve dei singoli aspetti che ha elencato?
La mia riflessione parte da uno dei principi base della medicina: Primum non nŏcēre (per prima cosa non nuocere) che tradotto in termini medico-assistenziale vuol dire scegliere come alternativa quella che determina un minor danno al paziente (in questo caso il neonato) privilegiando il trattamento con minor controindicazioni.
Clampare tardivamente il cordone significa rispettare i tempi del bambino. La nascita rappresenta per il bambino una serie di “tagli” di separazioni: siamo davvero sicuri che sia proficuo per il bambino un ennesimo “taglio” con il clampaggio veloce del cordone o non sia forse meglio lasciargli il suo tempo nella separazione dalla sua placenta consentendogli di conservare la sua “integrità”?
Qui si apre un capitolo ancora più delicato perché entriamo nel tema del libero arbitrio e della disposizione arbitraria di cose altrui: nello specifico del sangue neonatale da parte dei genitori che ne dispongono senza consultare il legittimo proprietario.
Tante domande e tante riflessioni. Come dicevamo in apertura credo che sia fondamentale fare informazione, lasciare che ogni coppia possa fermarsi e porsi delle domande : questo potrà garantire una scelta consapevole, l’unica vera “scelta giusta”.
Aspetto legato alla reale efficacia del prelievo
Un altro aspetto sul quale credo valga la pena riflettere è il seguente: il prelievo è molto complesso e non è garantito che vada a buon fine. Inoltre non è garantito che le cellule prelevate siano sufficienti. Quindi siamo certi dei benefici che vengono meno per neo-nato e non abbiamo alcuna certezza sul fatto che “ne sia valsa la pena”.
Gli standard di qualità, la sicurezza e la logistica sono ancora in fase di implementazione; esistono banche di eccellenza ma anche quelle dove si incorre in errori e perdite di materiale (si pensi al caso della banca cordonale di Sciacca che nel 2013 ha perso 20.000 donazioni)”
Ringraziando Adele Moncagatta per questa carrellata di informazioni, speriamo di aver contribuito alla riflessione che un atto, come quello della donazione del sangue cordonale, merita a prescindere dalla posizione che si decide di assumere e dalla scelta che ogni coppia deciderà di fare.
scritto da: La redazione di We Love Moms